L’ORSO BRUNO MARSICANO RISCHIA L’ESTINZIONE, PARTE CAMPAGNA WWF
Nel cuore dell’Appennino centrale c’è una specie straordinaria che rischia di scomparire per sempre. E’ l’orso bruno marsicano, sottospecie unica al mondo e presente con una popolazione di soli 50-60 individui, minacciati da bracconaggio, avvelenamenti, investimenti stradali e frammentazione dell’habitat. In media ogni anno muoiono due orsi in Appennino: un numero elevatissimo per una popolazione così piccola, endemica di un territorio che potenzialmente potrebbe ospitarne più di 200.
Parte così la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi del Wwf “Orso 2×50”. Il progetto si pone l’ambizioso obiettivo di raggiungere il numero minimo vitale di 100 orsi marsicani entro il 2050, intervenendo sulle principali minacce. Da oggi al 19 maggio si può donare al 45584 con sms o chiamata da rete fissa e aiutare il Wwf a proteggere la specie da bracconaggio, incidenti stradali, avvelenamento e frammentazione dell’habitat.
Recenti studi sul genoma dell’orso bruno marsicano rivelano una storia straordinaria. L’adattamento al contesto appenninico ha causato da un lato l’evoluzione di una ridotta aggressività, dall’altro l’evoluzione di una dieta per circa l’80% a base di vegetali. Ma l’isolamento sull’Appennino centrale e l’elevata mortalità dovuta a cause di origine umana sono alla base della bassa diversità genetica e dell’elevato rischio di estinzione di questa popolazione unica.
Gli orsi bruni marsicani incontrano ancora oggi molti pericoli, come la presenza diffusa di attività umane e infrastrutture (strade e autostrade innanzitutto), che oltre a rappresentare un rischio concreto per la sopravvivenza, frammentano il suo habitat e rendono difficoltosi i naturali spostamenti.
Per dare all’orso bruno marsicano concrete possibilità di sopravvivere in futuro è necessario innanzitutto diminuire drasticamente la mortalità di origine umana e migliorare la connettività ambientale, lavorando anche per favorire l’accettazione sociale da parte delle comunità locali. La strada per favorire la coesistenza non è semplice, ma grazie ad un insieme di azioni di prevenzione e comunicazione è possibile mitigare i conflitti e contrastare l’insorgenza di comportamenti problematici.
Per diminuire il rischio di mortalità per investimento stradale il Wwf interviene sulle strade a maggiore rischio con l’installazione di dissuasori anti-attraversamento che costituiscono una “barriera virtuale”.
Il Wwf, inoltre, supporta allevatori e apicoltori donando recinzioni elettrificate in grado di mitigare il rischio di incursioni di orso e di danni a bestiame e arnie.
Per sensibilizzare le popolazioni locali e i turisti sul tema della conservazione dell’orso in Appennino, invece, organizza ogni anno attività di comunicazione e sensibilizzazione per diffondere la conoscenza di questa specie e delle buone pratiche di comportamento da adottare in aree di presenza di orso.
Ogni anno vengono organizzati campi di volontariato e tour itineranti a tema orso proprio per coinvolgere sempre più persone nella battaglia per la salvaguardia di questa specie a rischio.
Mantenere la natura selvatica dell’orso è un altro passo fondamentale per la sua salvaguardia. La messa in sicurezza delle risorse alimentari presenti nei paesi (cassonetti dei rifiuti organici, pollai non a norma, frutteti non gestiti) è importante per evitare la frequentazione dei centri abitati da parte degli orsi e per eliminare per loro i pericoli derivanti dai contesti antropizzati.
Il Wwf Italia è da anni è in prima linea per salvare questa popolazione, favorendone l’incremento numerico e l’espansione in Appennino e migliorando la coesistenza con l’uomo grazie al progetto Orso 2×50. La tutela di questa specie è parte della Campagna “Our Nature del Wwf” che punta alla salvaguardia della biodiversità. Molte sono anche le Oasi Wwf, impegnate in questi giorni in oltre 150 eventi per celebrare il Mese Oasi, che occupano una posizione strategica per favorire l’espansione dell’orso, come la Riserva Regionale Gole Sagittario in Abruzzo, che rappresenta un fondamentale corridoio ecologico verso est.