GUARDIAGRELE: LA “TERRAZZA SULL’ABRUZZO”, IL PICCOLO BORGO DOVE AMMIRARE I PANORAMI PIÙ BELLI SULLA MAIELLA
Paesaggi mozzafiato, strade ricche di curve, saliscendi armonici abbracciati dalla protettiva cerchia montuosa della Maiella, che getta le sue ombre sull’Abruzzo orientale. Ed è qui, in un contesto che unisce sprazzi di modernità alla tradizione dei saperi e sapori, che troviamo un borgo dal cuore piccolo e grande allo stesso tempo. Piccolo certamente per le sue dimensioni, grande per la storia che conserva e per la bellezza che trasmette al visitatore, che sia o meno un motociclista. Guardiagrele, la terrazza panoramica dell’Abruzzo e del Chietino in generale, coniuga nel giro di pochi chilometri colline e monti, ricette tipiche e religiosità, tutto all’insegna del piacevole. Pronti a partire?
Guardiagrele si trova appena fuori dal percorso della SS81. Una volta conclusa la visita a questo gioiello panoramico dell’Abruzzo, seguiamo un breve tratto interlocutorio che ci conduce dapprima a Bocca di Valle (ex SS363) e poi a Pretoro lungo la SP539, per complessivi 13 chilometri. Da qui superiamo un breve ma interessante dislivello che è quello del Passo Lanciano, raggiungendo anche la località sciistica di Passolanciano-Majelletta, sopra quota 1300 m s.l.m. Lungo la SP22 ridiscendiamo verso uno dei comuni più “lunghi” d’Italia, San Valentino in Abruzzo Citeriore, che merita una visita per il suo bel centro storico. Siamo di nuovo in sella per un tratto più facile, dapprima sulla SS487 per Scafa e poi SR5 verso l’Abbazia di Santa Maria Arabona a Manoppello. Infine, via SR5-SS5 arriviamo in 12 chilometri a Chieti, capoluogo di provincia e termine ultimo del viaggio.
Il “borgo di metallo” dell’Abruzzo
Lo sguardo, guardando Guardiagrele dall’alto, sembra volersi soffermare a ogni scorcio per carpire i segreti di tanta bellezza. Qui, nel comune che dà vita al parco nazionale della Maiella (la vecchia denominazione Majella, con la J, è stata recentemente abbandonata in favore di quest’ultima), le montagne disegnano dei contorni di rara armonia. Ma del resto siamo in Abruzzo, e non c’è da stupirsi se il panorama lascia a bocca aperta e occhi spalancati.
Uno dei motivi che spinge tanti visitatori a raggiungere questo paesino di ottomila abitanti, a quasi 600 metri d’altitudine, è però l’antica tradizione artigianale, che in particolare si concentra – sin da epoche antichissime – sull’oreficeria, sulla lavorazione dei metalli, sul tombolo (un particolare tipo di ricamo) e sul vetro. Ormai passati i tempi di Bottega Ranieri, che era addirittura fornitrice della Casa Reale, l’antica tradizione però continua grazie al Museo dell’artigianato artistico abruzzese e agli orafi che ancora lavorano un oggetto particolarissimo.
La presentosa
Se oggi si usano gli anelli come promessa d’amore, la presentosa in Abruzzo ha, sin da tempo immemore, rappresentato il dono che le donne ricevevano dai promessi sposi. Un cuore, incastonato in una stella di filigrana, con rilievi floreali e decorazioni. Guardiagrele e Agnone sono i comuni dove questa tradizione si è diffusa per la prima volta, mentre oggi la si associa più facilmente a Pescasseroli, Scanno e altri comuni della zona di Avezzano e Sulmona.
Cosa vedere a Guardiagrele
Oltre al già citato Museo dell’artigianato, Guardiagrele è ricca di monumenti storici. Nel cuore della città di pietra, come venne chiamata da Gabriele D’Annunzio, fa bella mostra di sé la Collegiata di Santa Maria Maggiore, costruita in pietra locale e con un mix di stili gotico-barocco che risale a un lungo periodo a partire dal XIII secolo. Importanti anche Casa Marini, edificio del XV secolo e antica sede della zecca, e il Palazzo Vitacolonna, splendido esempio di architettura rinascimentale. Le numerose tracce delle antiche fortificazioni si evidenziano in tre porte monumentali (San Giovanni, San Pietro e del Vento), un torrione (Orsini) e quattro torri (Adriana, Stella, San Pietro e del Gastaldo).