PALENA, IL GIOIELLO SULLA MAIELLA, UNO DEI BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA. TRE PERCORSI NELLA NATURA
Il piccolo centro abruzzese fa parte dei I Borghi Piu’ Belli D’Italia. Tre consigli per esplorare a piedi (con o senza neve) i suoi dintorni
Il centro storico di Palena, 767 metri di quota, ha alle spalle una storia ricchissima. Il territorio era frequentato già nella Preistoria, e più tardi è stato popolato da Italici, Romani, Longobardi e Normanni. Nel 1235 Fra’ Pietro da Morrone, poi papa Celestino V, fondò l’Eremo della Madonna dell’Altare. In epoche più recenti sono arrivati l’emigrazione di gran parte della popolazione, i bombardamenti alleati del 1944 quando il borgo era incluso nella Linea Gustav, le iniziative dei partigiani della Brigata Maiella, la nascita nel 1993 del Parco nazionale della Maiella.
Oggi Palena offre ai visitatori un suggestivo centro storico, varie chiese e l’imponente Castello baronale che ospita il Museo Geopaleontologico (dal 2021 la Maiella è anche un Geopark dell’UNESCO). L’Area faunistica dell’orso marsicano, nata a scopi didattici, ha ospitato due anni fa Juan Carrito, figlio dell’orsa Amarena, abituato a frequentare i paesi in cerca di cibo, e che è stato ucciso da un’auto all’inizio del 2023.
A tre chilometri dal centro, sulla strada che sale verso Pescocostanzo, Roccaraso e gli Altopiani maggiori, sono le sorgenti del fiume Aventino, affiancate da uno dei 95 geositi protetti della zona. Dove la strada rimpiana la vecchia stazione ferroviaria di Palena è toccata dai convogli della “Transiberiana d’Abruzzo”. A est dell’abitato si alzano i solitari Monti Pizi, con i loro boschi interrotti da torri e speroni calcarei.
A nord e a ovest chiude l’orizzonte la Maiella, che culmina via via nel Monte Porrara, nella Tavola Rotonda, e nel lontano e imponente Monte Amaro. La strada che ne taglia a mezza costa i pendii, verso Lama dei Peligni e Fara San Martino, offre un percorso spettacolare. Dal tracciato, in estate, una “cestovia” riaperta nel 2022 sale alla Grotta del Cavallone, al confine tra i territori di Taranta Peligna e di Lama. Poco oltre, accanto alla strada, è il Sacrario della Brigata Maiella.
Palena e i suoi dintorni offrono un’ampia scelta di itinerari a piedi. Quelli a quote elevate, d’inverno, possono essere affrontati con le ciaspole o gli sci da scialpinismo. Ecco tre proposte.
Da Capo di Fiume alla Madonna dell’Altare
(450 m di dislivello, 2.30 ore a/r, E)
Una piacevole passeggiata, su un sentiero dove la neve si ferma di rado. Dal geosito di Capo di Fiume (867 m), un sentiero indicato dai segnavia I2 si affaccia sul corso dell’Aventino, e poi sale a mezza costa ai piedi di imponenti pareti calcaree. Più in alto si entra nella Valle della Madonna, si sale nella faggeta, e si raggiunge l’Eremo della Madonna dell’Altare (1278 m). Oltre l’edificio, sulla sinistra, un cocuzzolo offre uno splendido panorama. Ritorno per la stessa via. La visita all’eremo va prenotata in anticipo, chiamando i numeri 347.5911535 e 329.1570466.
Dalla stazione di Palena al Monte Porrara
(880 m di dislivello, 4.30 ore a/r, E)
Il frequentato sentiero verso la cima più meridionale della Maiella sale per un lungo e solitario crinale, e si trasforma d’inverno in una escursione con le ciaspole. Oltre Serra Malvone sono normalmente utili i ramponi. Il sentiero inizia poco a nord della Stazione di Palena (1223 m) ed è indicato dai segnavia P. Si sale a tornanti nel bosco, si esce sul crinale, e si sale accanto a una fitta faggeta, in vista dei Monti Pizi, fino al cocuzzolo di Serra Malvone (1760 m). Più avanti si aggirano delle rocce dalle forme bizzarre, si tocca un cartello dell’ANA, e si sale per una cresta più aerea fino alla cima del Porrara (2137 m). Si scende sullo stesso itinerario.
Da Sant’Antonio alla Fonte Basilio e al Monte Secine
(da 130 a 420 m di dislivello, da 1.30 a 3 ore a/r, T/E)
I Monti Pizi, meno noti e frequentati della Maiella, meritano a loro volta una visita. Da Palena si sale in auto verso il valico della Forchetta e Gamberale, e prima del paese si devia a destra fino alla chiesetta di Sant’Antonio (1500 m) e a un posteggio. Si segue a piedi una stradina pianeggiante, che poi sale alla Fonte Basilio (1630 m) e a un rifugio di pastori. Il sentiero sale a destra con un tratto ripido, aggira il Monte Basilio e raggiunge un vallone pianeggiante. Al suo termine, un ripido sentierino non segnato nel bosco porta al panoramico Monte Secine (1883 m), affiancato da una trincea della Linea Gustav. Con le ciaspole ci si può fermare alla Fonte Basilio, l’ultimo tratto richiede l’uso dei ramponi.