I BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA IN ABRUZZO, SUDDIVISI PER PROVINCE
In Abruzzo mare e montagna convivono armoniosamente, così come la bellezza dei paesaggi dei suoi borghi pittoreschi si amalgama naturalmente con l’arte, la cultura e i sapori della cucina locale in una terra coraggiosa, che sa superare i contrasti e le difficoltà. L’austerità e l’imponenza dei castelli e la grazia suggestiva delle antiche chiesette sono ugualmente emozionanti, così come i magici scenari marini e i laghi di un incredibile azzurro.
Ogni borgo ha la sua storia, la sua identità, le sue usanze, il suo patrimonio naturale ed artistico, che lo rende unico, eccezionale e degno di essere conosciuto nella sua essenza più profonda.
Provincia di L’Aquila:
Anversa degli Abruzzi: da ad versus (di fronte) o amnis versus (verso il fiume) o da Aversa, città normanna. Mirabile la Riserva Naturale Regionale Gole del Sagittario. Del castello normanno sopravvivono pochi resti. Interessanti la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e Porta Pazziana. Da assaggiare i quagliatelli con i fagioli e il capretto cacio e uova.
Bugnara: forse da Bonae ara, ossia altare della dea Bona o Cerere. Il borgo medievale domina la Valle Peligna. Tra gli eventi la Sagra del Formaggio Pecorino e del Grano, la Notte Bianca dei Fiorai e la festa della Madonna della Neve.
Castel del Monte: i reperti di una necropoli sono dell’ XI sec. a.C. Vi sono molte chiese tra cui quelle di S. Donato, della Madonna del Suffragio e di San Marco. Il borgo è inserito nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, un ambiente montano con faggete, pascoli e cime nevose.
Navelli: Per alcuni studiosi deriva da nava, cioè conca, depressione del terreno. Il borgo è noto anche per la produzione dell’oro rosso, lo zafferano marchio DOP, ottenuto dal fiore Croco.
Opi: un borgo cinto da monti coperti da boschi. Il toponimo deriva da Ope, dea romana dell’abbondanza, di origine sabina, o meglio da oppidum, castello-fortezza. La notte di Natale nella piazza della Chiesa si accende un grande falò, i catozze. Un evento simpatico è la Fiera degli gnocchi.
Pacentro: toponimo forse legato a qualche antico borgo latino. Una leggenda racconta che fu fondata nel cuore del Parco Nazionale della Maiella dall’eroe troiano Pacinus. Sulle dolci colline vi sono uliveti e vigneti che danno prodotti di alta qualità. Piatto tipico: gli gnocchi al sugo di pecora.
Pescocostanzo: dall’osco osco pestlùm (latinizzato poi in pesculum, da cui Peschio), la base rocciosa su cui è nato il borgo. Da visitare la Collegiata di Santa Maria del Colle (XIV-XV sec.), Piatto tipico: tacconi con orapi (spinaci).
Pettorano sul Gizio: etimologia incerta. Da pettorale, per la forma a corazza del borgo; da pettorata, ripida salita; o dal greco petra, roccia o da Pictorianus, nome di pagus romano. Piatto locale: polenta rognosa.
Santo Stefano di Sessanio: forse Sessanio deriva da Sextantio, un insediamento dei Romani. Si trova all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Piatto locale: la zuppa con le lenticchie.
Scanno: dal latino scamnum, scanno, sgabello riferito allo sperone di roccia su cui si erge il magico borgo. Interessanti i palazzi barocchi, la Fontana del ceto, il Museo della Lana. Caratteristico il lago omonimo a forma di cuore. Dolci locali: mostaccioli e pane dell’orso.
Tagliacozzo: dal latino talus e cotium, taglio nella roccia, lo squarcio in cui è sorto il borgo. Caratteristiche le Porte di Tagliacozzo e la rinascimentale Fontana del Mascherone. Piatto locale: gnocchi e ceci.
Villalago: dal volgare Valle de Lacu. Da vedere il Lago e l’Eremo di San Domenico, la Torre cilindrica e il Mulino di Fontevecchia. Eccellenza culinaria: sagne e fagioli.
Provincia di Chieti:
Casoli: da Casulae, gruppo di casette. Nelle vie del centro storico sono stati realizzati dei murales artistici. Il Lago S. Angelo è un gioiello naturale anche per la flora e la fauna presenti in zona. La Torre di Prata è un sito archeologico interessante. Tra i prodotti locali domina la mela piana.
Crecchio: anticamente detto Ok(r)ikam. La Torre normanna dell’Ulivo è ben conservata. Un evento che ricorda la presenza bizantina in Abruzzo è A cena con i bizantini con danze in costume. Piatto tipico: pizza di farina e mais con verdure.
Guardiagrele: antico nome di Aelion (divenuto poi Graelion, poi Graelium per i Romani, Grele per i Longobardi e Graeli per i Normanni), da un tempio dedicato ad Apollo. Guardia è un’aggiunta dal longobardo warda, posto di vedetta. Dolci locali: torroni, amaretti, marzapane e le sise delle monache.
Palena: piccolo borgo altomedievale, detto il paese delle orchidee, dominato dal castello ducale dell’XI secolo. Vi ha sede il Teatro Aventino. Da visitare l’Eremo della Madonna dell’Altare e il Museo geopaleontologico dell’Alto Aventino.
Pretoro da Praetorium (sito di raduno di soldati). Lo chiamano il paese delle case scavate nella montagna, tutte incastellate sul fianco sinistro della Maielletta. Piatti tipici: l’agnello alla brace e i p’ttlolozz, pasta fatta in casa a forma di rombi.
Rocca San Giovanni: nasce dalla fortificazione di un piccolo centro abitato, operata dall’abate del monastero di San Giovanni in Venere. Punti caratteristici la Costa dei Trabocchi e il Torrione dei Filippini. Piatto tipico: la palazzole con le acciughe.
Provincia di Pescara:
Abbateggio: I Normanni la chiamavano ab(b)ateis, abbattuto. Veri miracoli naturali la Macchia incontaminata e la Morgia, una sorgente. Su un colle roccioso c’è il Santuario della Madonna dell’Elcina. Prodotto tipico: il farro.
Caramanico Terme: (dal longobardo harimann, insediamento). Si trova nel Parco Nazionale della Maiella. Oltre alle terme va visitata l’Abbazia di Santa Maria Maggiore del XI secolo, e il Museo della Fauna abruzzese Da assaggiare la pasta alla chitarra.
Città Sant’Angelo: il culto dell’angelo, forse importato dai Longobardi, dà nome al borgo (XIII sec.), città d’arte. Piatti tipici: maccheroni alla mugnaia e timballo.
Penne: plurale di Pinna, riferito al colle Sacro, al colle Romano, al colle Castello e al colle Cappuccio. I Romani chiamarono il borgo Pinna Vestinorum. Da visitare la Chiesa di Santa Maria del Carmine in stile barocco e i tanti Musei.
Provincia di Teramo
Campli: da Campulum; borgo mercantile con eleganti palazzi del ‘500, noto per il commercio di lana e tessuti. Palazzo Farnese in stile gotico risale al XIII secolo. La cattedrale di Santa Maria in Platea custodisce opere d’arte pregevoli. Nel ‘700 venne costruita la Scala Santa con 28 gradini da salire in ginocchio, per l’assoluzione dei propri peccati. Eventi: la Sagra della Porchetta e del Tartufo.
Castelli: un borgo arroccato su uno sperone di roccia. I benedettini dell’Abbazia di San Salvatore svilupparono l’arte della maiolica grazie alle tante cave di argilla. Da visitare il Museo dell’Artigianato e quello delle Ceramiche. Eccellenze locali la scarapiccia (un tipo di pizza) e la ‘mmazzafame (una frittella).
Civitella del Tronto : volgarizzazione di civitas. Tronto è riferito al fiume. Le Gole del Salinello col fiume Salinello sono una grande attrazione per i turisti. I sentieri delle escursioni sono tra i più belli del Parco Nazionale del Gran Sasso. Piatto locale: le ceppe.
Pietracamela: un borgo molto grazioso, aggrappato sui fianchi del Corno Piccolo. Petra Cumerii e Pietra Cameria sono stati i suoi primi nomi. Pietra da Preta, Camela, roccia a gobba di cammello o invasione dei Cimerii ;oppure Petra Cacumeria, pietra in cacumine, in cima.