PASQUA IN ABRUZZO: 5 RITI DA NON PERDERE PER EMOZIONARSI
Si avvicina la Pasqua in Abruzzo, una ricorrenza molto sentita e caratterizzata da decine di appuntamenti, manifestazioni e riti legati alla Passione e alla Resurrezione vissute ogni anno con solennità e intensità, testimonianza della forte religiosità degli abruzzesi. Oggi vi suggeriamo alcune idee caratteristiche per trascorrere le festività pasquali e scoprire le tante particolarità della nostra regione.
1 – La Madonna che scappa a Sulmona
A Sulmona, dopo la processione del Cristo morto, la domenica di Pasqua, la confraternita della Santissima Trinità, organizza il rito della statua della Madonna che corre verso il Cristo risorto. Il rito risale all’epoca di Celestino V, ma solo nel 1621 è documentata la confraternita.
Dopo la Santa Messa celebrata dal vescovo in piazza Mercato, alle ore 12:00, dei confratelli, portano le statue di Pietro e Giovanni apostoli verso la chiesa di San Filippo Neri, posta dal lato opposto della piazza, mentre il Cristo è sistemato presso gli archi dell’acquedotto medievale. I confratelli bussano alla porta due volte, senza ricevere risposta, alla terza bussata, la porta si apre, viene inscenata la venuta dei due apostoli alla casa della Vergine, recanti la buona novella della Resurrezione.
Maria non crede alle loro parole ed esce vestita di nero, portata sopra il catafalco dai confratelli, che sfilano lentamente, ondulando il passo, a simboleggiare la Madonna ancora incredula e in lutto per la morte del figlio. A metà piazza, la Madonna riconosce il figlio, e mediante un meccanismo di fili, il vestito nero viene tirato giù e compare il manto verde, simbolo della resurrezione, al posto del fazzoletto bianco di lutto sulla mano compare un mazzo di papaveri rossi, e allo stesso tempo escono dei colombi dal vestito, mentre i confratelli corrono verso la statua del Cristo, posizionandosi infine accanto.
2 – La “Madonna che véle” a Introdacqua
Il rito è molto simile alla Madonna che scappa di Sulmona, infatti il termine dialettale “che véle” vuole dire “che vola, che corre” verso la statua del Cristo risorto, mentre il mantello a lutto colorato di nero si stacca e lascia apparire il manto verde della speranza e della resurrezione. La statua è portata dai confratelli della chiesa collegiata della Santissima Annunziata. Il rito si è conformato come si vede oggi a metà dell’800.
Anche Spoltore ha collegamenti con Sulmona, già per il fatto che il santo patrono è il vescovo Panfilo, venerato nella cattedrale sulmonese. La processione dello “scuocchio”, cioè della corsa della Madonna verso il Figlio risorto, è una chiara ripresa della “Madonna che scappa” sulmonese.
3 – Settimana Santa di Lanciano e Processione degli Incappucciati neri
La processione degli Incappucciati è una delle più suggestive d’Abruzzo, conservatasi abbastanza fedelmente all’originale, che si svolge il Giovedì Santo. I confratelli vestiti interamente di nero, con il medaglione col simbolo della confraternita (teschio nero tra due ossa incrociate), sfilano parallelamente per le vie del centro storico, partendo dalla chiesa, e recando i simboli del Tradimento di Cristo, come i denaro di Giuda, il Gallo, e il Cireneo che porta la croce.
La stessa processione, in forme più pompose, si svolge il Venerdì Santo, con i confratelli che escono dalla chiesa all’imbrunire, accompagnati dal Miserere composto dal lancianese Francesco Masciangelo, i simboli della Passione, il feretro col Cristo morto e le Tre Marie dietro, tra cui l’Addolorata, statua in grandezze più evidenti.
4 – La “Passione vivente” di Barrea
Il Sabato Santo a Barrea, caratteristico borgo del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, viene messa in scena la Passione Vivente, una delle più suggestive manifestazioni che si realizzano nel periodo pasquale in Abruzzo. Nata nel 1987 da circa trent’anni rappresenta un appuntamento ricorrente molto sentito dalla popolazione che richiama centinaia di visitatori. Viene ricostruita la vicenda di Cristo nei vicoli del centro storico, con oltre 150 personaggi tra attori e figuranti.
Anche a Gessopalena si svolge una processione dedicata alla morte di Cristo in croce, che negli anni ha attirato pellegrini da buona parte della provincia di Chieti. I ruderi del borgo vecchio sono usati come set scenografico per la rievocazione teatrale sacra in costume, in cui dal Giovedì santo, si celebra presso le case antiche, con attori del paese, l’Ultima Cena e la cattura di Cristo, con il processo al Tempio. Il Venerdi santo, dopo cena la rappresentazione riprende con la processione che parte dalla chiesa della Madonna dei Raccomandati, che passa per via Roma, fino al borgo antico, con la rappresentazione della Crocifissione.
5 – Il Buon Giorno (lu Bbonjòrne) a Pianella
La tradizione si è codificata nell’Ottocento, nel 1925 quando fu rifondata la banda civica “Diavoli Rossi” (l’originale era nata con l’unità d’Italia), la tradizione della sfilata carnascialesca d’ambito popolare si è ancora di più arricchita.
In sostanza il Lunedì dell’Angelo, i popolani pianellesi si raccolgono in piazza, o sopra i balconi, o anche fuori Porta Santa Maria, quando c’è la festa di San Silvestro, intonando versi salaci e pungenti contro il potere, esibendosi anche in lazzi stile Commedia dell’arte.